Il ruolo della madre
che coinvolge
l’eredità linguistica
Felicia Jennings-Winterle
Trans. Uyara Liege
Probabilmente credi che io sia mamma, oppure che solo una mamma possa parlare di questo argomento con più esperienza. Nonostante non abbia figli, mi considero un’aiutante dei genitori con i quali vivo. Una posizione privilegiata, direi, perché insegno e gioco con i loro figli, ma le notti insonni sono solo loro. Scherzi a parte, ho il privilegio di osservare famiglie con provenienza e aspettative completamente diverse, ma con una cosa in comune – la “brasilidade”. E all’interno di questa “brasilidade”, il desiderio, grande o piccolo, che i loro figli parlino anche il portoghese. Ma qual è il ruolo della madre in questo processo?
Per quanto riguarda l’ambito linguistico, questo ruolo è un’estensione di quello che la madre deve trasmettere a suo figlio, dal lavarsi i denti fino al rispetto di se stesso.
“Volere”, perché se non fosse importante per lei, non lo farebbe.
“Far succedere” perché, contrariamente a ciò che si pensa, la madre fa mooolto. Quando va in Brasile, compra libri e dvd, prende appuntamenti con altre madri, sceglie la migliore scuola, si destreggia per adattare le lezione di portoghese in mezzo a tutte le altre attività, porta il bambino in metropolitana, e spesso diventa cliente del Starbucks più vicino. Aspetta pazientemente per ore e viene poi ricompensata. Ascolta le parole della lingua a lei più cara, dalle labbra della persona più dolce che conosce.
“Persistere” perché, siamo d’accordo, i bambini non riescono a capire che quel tempo e quel denaro investito produrrà frutti in futuro. Chi lo vede? La madre.
Lei riconosce come sarà diverso il repertorio del bambino, come vedrà il mondo in maniera più ampia, quanto più divertente saranno le vacanze in Brasile a casa della nonna e dei cugini. È lei che lo desidera (perché sa cosa è meglio per suo figlio), che organizza e che persiste (e insegna a persistere).
Più che un’eredità, è un buon esempio di come essere un cittadino del mondo così come lo è lei. E come diceva il grande Cazuza, “solo le madri sono felici.”
Dedicato a mia madre, la mia ispirazione.